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CONCORSO PER LA NUOVA FACCIATA DELLO STABILIMENTO GRAZIELLA & BRACCIALINI

2022

monica sgandurra

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Il paesaggio racconta e spesso lo svolgimento della sua narrazione deposita la storia della sua formazione, la sedimentazione degli episodi che nel tempo si susseguono e che costruiscono di volta in volta configurazioni spaziali, sociali, culturali, in sintesi una molteplicità di storie con linguaggi diversi. 

Il progetto proposto per la realizzazione della nuova facciata dello stabilimento Braccialini a Scandicci prende le mosse dalla lettura del paesaggio nel quale l’impianto industriale è inserito e dall’individuazione di alcuni iconemi che poi daranno forma all’immagine complessiva della proposta progettuale.

Il dolce andamento della morfologia con le colline che si susseguono all’orizzonte, la presenza a tratti lineare, a volte puntiforme dei Cipressi, le sfumature del verde della campagna, o ciò che in questo luogo è ancora presente, porta a riflettere e ridisegnare un’immagine che parla del paesaggio toscano, identità storica, culturale, artistica e produttiva conosciuta universalmente.


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La nuova facciata vuole quindi comunicare un layout al tempo semplice e forte nelle sue forme ed elementi, facile da individuare e mettere a fuoco anche in movimento dal nastro dinamico dell’Autostrada: una superficie semitrasparente, una linea di coronamento mossa che ritaglia la superficie del cielo, una struttura vegetale iconica, come quella dei Cipressi, che si inserisce come presenza di accento che s’insinua nella modellazione della nuova superficie e infine la rosa, il logo, moltiplicato in una sorta di roseto grafico che trasforma il paesaggio della facciata in un giardino.

Un nuovo paesaggio in sintesi.

La facciata utilizza la struttura portante ora presente modellandola dove necessario per l’ancoraggio dei nuovi pannelli in lamiera forata; una nuova “pelle” semitrasparente che cambierà intensità di trasparenza dove sarà essenziale garantire una maggiore visibilità a quelle superfici vetrate che potranno essere velate.

La linea superiore di questa superficie pannellata seguirà un disegno frastagliato nel quale saranno inseriti i Cipressi con i loro contenitori poggiati e ancorati all’interno della struttura esistente.

In ultimo su questa superficie come un tatuaggio si rincorreranno le impronte del logo in un disegno che vuole moltiplicare una rosa, la Rosa che dal basso, dalla linea di terra modella un “roseto grafico”, altro elemento di questo paesaggio-giardino.


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La scelta poi di introdurre il Cipresso come elemento vegetale in questa struttura è dato dalla volontà di usare questa pianta come landmark, punto focale, che qui concentra la sua presenza come entità distintiva di un paesaggio italiano come quello toscano: è proprio in Toscana, all’inizio del Quattrocento, grazie alla ripresa dell’economia agricola e al rinnovato studio dei testi classici che nasce l’interesse verso il Cipresso che qui è riscoperto e piantato in modo diffuso nei giardini per definire punti focali, o collocato a filare per delineare viali e strade, un uso questo che si diffonderà poi a tutto il paesaggio mediterraneo.

Il Cupressus sempervirens, il Cipresso italico Toscano, nella varietà Stricta Swanes’s Gold, elemento adatto ad essere coltivato in vaso per le sue contenute dimensioni, è la pianta individuata dal progetto per essere inserita all’interno di questo giardino-paesaggio verticale.


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