parco urbano della Cappuccina
Carpi
2019_20
concorso_menzione
progettista arch. Monica Sgandurra
dalla relazione di progetto
L’organizzazione spaziale del Parco Il parco è organizzato secondo una sequenza di spazi paralleli a via Lenin e di elementi lineari ortogonali a questa giacitura ed è sostanzialmente composto da cinque ambiti progettuali:
il primo ambito è la riproposizione della passeggiata, del “pubblico passeggio”, di uno spazio nel quale passeggiare, sostare, incontrarsi, uno spazio di connessione tra il bordo, il limite verso la strada e il cuore del paesaggio del parco. Sul lato di via Lenin il fosso presente è trasformato in un giardino di fitodepurazione, un invaso che raccoglie le acque della superficie del parco e le rigenera attraverso il lavoro delle piante. La sezione del fosso è leggermente modellata e si raccorda con la naturale pendenza del parco che il progetto non modifica. Una serie di collegamenti puntiformi legano poi la nuova passeggiata pubblica con gli attraversamenti stradali esistenti attraverso delle passerelle che intersecano così questa fascia vegetata. Sul lato opposto, verso il parco, il margine della passeggiata è modellato in modo sinuoso così da avvicinate o allontanare la superficie prativa del parco. Questa fascia si allarga all’angolo estremo verso l’antico incrocio con la vecchia strada di Correggio e si piega a L continuando in forma lineare lungo il Care Residence fino limite Nord dove il Parco si connette all’area boscata esistente attraverso un passaggio e un percorso ciclopedonale. Questa superficie realizzata con un manto di terra stabilizzata drenante accoglierà sui suoi bordi un ciglio che in alcuni tratti si trasforma il lunghi sedili, mentre due boschetti a piantagione regolare di Malus floribunda in varietà diverse occuperanno due ambiti nei quali la pavimentazione si allarga verso il Parco. Queste due strutture regolari hanno il compito di procurare ombra e di rafforzare la prospettiva centrale del Parco verso Nord. Una serie di aiole inoltre sono sparse all’interno della passeggiata accogliendo alberi dalla chioma più larga e dall’ombra meno profonda come la Melia azedarach. Sul lato lungo il Care Residence questa superficie è libera e potrà accogliere strutture temporanee come giochi o gazebi a servizio del Parco.
il secondo ambito è il cuore del parco, un lungo spazio rettangolare diviso in tre ambiti con la particolarità di voler essere ed evocare i tratti di un giardino-campagna. Si è voluto perciò riproporre il tema della campagna coltivata attraverso la struttura del giardino che in questo caso evoca, come una scheggia che attraversa lo spazio e il tempo, l’immagine degli orti e giardini all’italiana dell’antico Convento dei Cappuccini. Si tratta quindi di un lungo rettangolo diviso in tre superfici delimitate da basse siepi campestri che incorniciano uno spazio centrale rettangolare vuoto che accoglie il filare esistente di Populus spp, e due spazi quadrati che accolgono una struttura quadripartita di campi coltivati a prato fiorito che possono ruotare nella loro composizione floristica e nel tempo. Il sistema è disegnato attraverso lo sfalcio dell’erba e le persone possono camminare sul prato. La parte centrale di questa specie di campo chiuso è in questa composizione, vuoto e ricoperto da una superficie a prato rustico sul quale potere correre, giocare, sdraiarsi. Questa struttura però ha la possibilità, proprio perché stagionale, di modificarsi anche strutturalmente, per cui il grande vuoto centrale può un domani trasformarsi temporaneamente in un campo fiorito oppure essere a sua volta suddiviso in moduli quadrati. Le capacità di trasformazione di questo spazio potranno essere molteplici e possono trasformare in giardino colture produttive, prati fioriti per incrementare la biodiversità, accogliere superfici morbide, profumate, colorate e mutevoli. La siepe campestre che costruirà il bordo di questo giardino-campagna avrà inoltre delle aperture simmetriche che collegano gli altri ambiti del parco, in una sorta di labirinto che esclude e include i flussi rabdomantici dei fruitori del Parco
il terzo ambito è costituito dal proseguimento della fascia centrale e include un ambito che prende spunto dalla piccola area esistente trasformandola in un bosco edibile che muta la sua naturale struttura in quella di un frutteto urbano con una trama di piantagione discontinua. Il margine Nord di questo ambito è segnato dal lungo percorso longitudinale che connette l’ingresso sul viale dei Cipressi al lato opposto del Parco connettendo con un percorso ciclopedonale il Bosco della Cappuccina.
il quarto ambito è composto da due spazi simmetrici liberi e occupati solo da una prateria rustica. Sono spazi nei quali si legge con più chiarezza i due segni esistenti, le due linee perpendicolari al sistema composti della Canalina Carpigiana a Est e della scolina sul lato Ovest, questa ultima oggi quasi una depressione del terreno. La Canalina oggi è priva di funzionalità idrica ma si pensa di eliminare il tratto parallelo e di riattivare la sua funzione di raccolta delle acque mantenendo il collegamento con il sistema longitudinale del fosso trasformato in giardino di fitodepurazione lungo via Lenin, mentre per la canalina si è pensato di trasformarla in piccolo sistema fitodepurazione e quindi in una striscia sottile di piante che evocano lo suggeriscono la presenza dell’acqua.
il quinto ed ultimo ambito è la fascia boscata che corre lungo tutto il perimetro nord dell’area e che sul lato Ovest si raccorda con il Bosco della Cappuccina mentre sul testante perimetro si addensa e si allarga, oppure si contrae e svanisce in una siepe campestre incorniciando solo lo scorcio della cupola della Cappella del Cimitero o per celare il muro di cinta esistente. L’importanza di dotare a questo sistema di una banda boscata non è soltanto di valore percettivo ma diventa un piccolo saggio , un palinsesto della successione della vegetazione che dallo strato erbaceo di trasforma in strato arbustivo fino a diventare bosco. È una sorta di palinsesto, uno schema vegetale da mantenere come tale in modo da poter utilizzare questa struttura didattica ed avvicinare le persone alla conoscenza dinamica degli ecosistemi, anche attraversi una più consapevole gestione sostenibile degli ambienti semi-naturali o artificiali in ambito urbano. Le specie vegetali utilizzate in questo ambito saranno quelle appartenenti alla serie vegetale della Farnia, serie diffusa in pianura in ambito planiziale.