2024

secondo premio ex equo

monica sgandurra e fabio di carlo


concorso di idee per la riqualificazione dell’ex quartiere fieristico

team di progettazione Giorgio Maria Tamburini, Alfonso Giancotti, Fabio Di Carlo, Monica Sgandurra, Eliana Cangelli, Alessandro Ciocci, Michele Conteduca, Emanuele Porco, Roberto Simeone, Lorenzo Valla

monica sgandurra e fabio di carlo progetto urbano e paesaggio



planimetria concorso ex fiera di roma sgandurra

Il sistema del paesaggio, della vegetazione e degli spazi aperti

Il progetto come elemento di continuità ecologico-ambientale

La proposta di progetto, l’articolazione dell’alternanza tra elementi edilizi e aree verdi e gli specifici caratteri del progetto paesaggistico, consentono di considerare l’intervento proposto come parte del grande sistema ambientale di Via Cristoforo Colombo.

La più grande strada di Roma, che già nella sua configurazione originaria, per estensione e caratteri si configura come una green infrastructure, lega l’Area Archeologica Centrale con l’EUR, per proseguire poi fino al mare. Una struttura ambientale forte, che ha significative propaggini nell’organizzazione ecologica dei quartieri che vi si affacciano, come un grande boulevard o una avenida.

Il progetto di paesaggio del nuovo insediamento si pone in questo senso tre obiettivi.

Il primo obiettivo è di scala urbana, e consiste nella ricostruzione della cesura della continuità lineare, paesaggistica e ambientale, di via C. Colombo, interrotta per decenni dalla presenza della Fiera di Roma.

Il secondo, parallelamente e nella direzione opposta, alla scala delle relazioni con i tessuti esistenti, è rafforzare attraverso le componenti naturalistiche del progetto il sistema ecologico e ambientale trasversale, che riconnette la città-giardino di Garbatella con il vicino sistema naturalistico della tenuta di Tor Marancia.

Infine, il terzo, oltre a garantire gli standard quantitativi di verde previsti per l’intervento, incrementarli vuole privilegiare quei caratteri qualitativi che garantiscano la sostenibilità di tali spazi, sul piano ecologico—ambientale, di incremento della biodiversità, della facilità di manutenzione.

L’habitat circostante – Una naturalità intermedia

In particolare, il complesso della vegetazione esistente nel sistema urbano compreso tra via dell’Arcadia e viale del Caravaggio, tra viale di Tor Marancia e via Cristoforo Colombo, è la risultante di interventi ed elementi diversi, tra aree pubbliche e vegetazione su aree private che, nella loro complessità, definiscono quasi una continuità fatta di una “naturalità intermedia”, che rilega via Cristoforo Colombo alla Tenuta di Tor Marancia, e quindi poi al Parco dell’Appia.

Le grandi alberature di rilievo, che costituiscono la base di questa doppia green infrastructure, (secondo le informazioni presenti ne I giardini di Roma, pubblicata dal Servizio Giardini del Comune di Roma, ed. Carpentieri, Roma, 1971) sono quelle di Via Cristoforo Colombo, pensata da Raffaele de Vico nel 1940 con il doppio filare di Pinus pinea a passo monumentale, affiancati da Platanus orientalis e Platanus occidentalislungo l’edificato e le carreggiate laterali. A queste si associano le forti alberature del Viale di Tor Marancia, realizzato nel 1954, di circa 600 ml., Viale del Caravaggio e Viale delle Accademie realizzati nel 1963 e successivi, piantati anche questi con Platanus orientalis. Di minor rilievo, pur se di interesse botanico, è l’alberata originaria di via dell’Arcadia, di Melia azedarach, realizzata nel 1960.

Ma in realtà anche i tessuti residenziali esistenti (compresi tra via dell’Arcadia, via dei Lincei, via dell’Accademia del Cimento, Via Mantegna e Viale del Caravaggio), sono permeati da giardini fortemente piantumati con alberi, tanto da essere assimilabili anche loro a una sorta di “città giardino”. Assieme ai giardini di Piazza Lorenzo Lotto e al Giardino Albani, lungo il Viale delle Accademie, l’insieme costituisce, dal punto di vista ecologico e ambientale, un discreto sistema di mediazione tra densità urbana e la campagna romana della Tenuta di Tor Marancio.



I ‘corridoi verdi’, transetti di connessione con via dell’Arcadia

Sono degli spazi lineari, di circa 22 m. di larghezza, che garantiscono una connessione diretta tra Via dell’Arcadia, il nuovo parco e via C. Colombo.

Sono prevalentemente pavimentati con superfici drenanti e pensati anche per consentire il passaggio di mezzi di servizio e di emergenza. Ogni corridoio è caratterizzato da differenti sistemi di alberature di seconda o terza grandezza, tipici dell’area mediterranea, che ne garantiscono l’ombreggiamento, e da massicci arbustivi, anch’essi differenziati nelle forme e nelle specie.

Inoltre, i corridoi sono evidenziati nei tre accessi, da piccoli gruppi di Pinus pinea, utilizzati come ‘portali’ d’ingresso ai percorsi e come riferimento all’alberata principale della via C. Colombo, simboleggiando quindi la riconnessione con questa. 

I giardini condominiali delle corti residenziali e i giardini privati ai piani terra

Ogni comparto residenziale è dotato di superfici destinate a usi collettivi del condominio e di giardini privati per gli alloggi ai piani terra. Qui, sempre nel rispetto dei principi generali di sostenibilità, potranno trovare spazio alberature e arbusti con associazioni più complesse, anche maggiormente orientate verso scelte ornamentali. 

Le alberature stradali e dei parcheggi

Lungo la strada e per le aree a parcheggio è previsto l’uso quasi esclusivo di Melia azedarach, intervallata solo in via dell’Arcadia da coppie di Pinus pinea. La Melia, specie originaria dell’Europa meridionale e del Medio Oriente, ha una bassa richiesta idrica e associa un buon ombreggiamento a un carattere ornamentale di interesse nelle diverse stagioni: fioritura profumata in primavera, fogliame leggero e luminoso in estate, e bacche persistenti nelle stagioni autunno-inverno.

Il tetto-giardino del corpo di spazi commerciali

Il tetto del centro commerciale è pensato come un tetto-giardino che possa ospitare un piccolo frutteto su un prato, in particolare una collezione di ciliegi fruttiferi. Il tetto, raggiungibile dalla scalinata anch’essa arricchita da inserti vegetali, diviene così un ulteriore luogo di socialità condivisa. 

Vivaio di accrescimento 

La considerevole dimensione dell’intervento e la sua articolazione suggeriscono di mettere in atto alcune pratiche paesaggistiche utili sia al contenimento dei costi di realizzazione del progetto, sia all’ottenimento di un ‘pronto effetto’ della vegetazione, ovvero della percezione di un apparato vegetale maturo sin dall’inizio dell’utilizzazione delle residenze e delle altre attività.

Sostanzialmente si propone che, a seguito delle demolizioni e rimozioni delle strutture esistenti, sia destinata da subito un’area di circa 8.000-10.000 per ospitare un vivaio temporaneo di accrescimento delle specie poi utilizzate nell’intervento.

Ciò permette:

  1. di acquistare piante giovani, sia per gli alberi che per gli arbusti, con considerevoli economie dell’acquisto;
  2. favorisce l’acclimatazione delle piante alle specificità del suolo e di svilupparsi per alcune stagioni prima di essere messe a dimora nella posizione;
  3. favorisce l’effetto di maturità finale degli impianti arborei e arbustivi.

concorso ex fiera di roma sgandurra

Gli elementi specifici della vegetazione

Le superfici prative sono prevalentemente di tipo rustico, caratterizzate da bassa richiesta idrica e basso numero di sfalci.

La selezione di alcune specie prevalenti può comprendere:

Festuca arundinacea, Lolium perenne, Poa pratensis apom., Poa pratensis, Trifolium pratensis, Malva Sylvestris, Senecio vulgaris, Daucus carota, Vicia sativa, Bellis perennis, Papaver rhoeas, 

Alcea rosea, Salvia verbenaca, Cyanus segetum Hill, Verbascum blattaria L., Nigella damascena e molte altre.

I prati delle aree condominiali e private potranno invece utilizzare mescole erbacee di maggior carattere ornamentale, sempre con lo scopo di aumentare la biodiversità delle superfici a verde. 

L’apparto arbustivo previsto fa ugualmente riferimento alle specie più tipiche della flora mediterranea e di parchi e giardini dell’area romana, che, opportunamente utilizzate, possono dar forma ad elementi anche di forte carattere ornamentale. Tra questi rientrano:

Laurus nobilis, Crataugus monogyna, Rosa sempervirens, Pistacea terebinthus, Arbutus unedo, Phyllirea latifolia, Phyllirea angustifolia, Cistus incanus, Myrtus communis, Buxus sempervirens,

Rhamnus alaternus, Prunus spinosa, Elaeagnus angustifolia ed altri.

concorso ex fiera di roma sgandurra

Il Bosco di vicinato e le Alberature

Con il concetto di ‘bosco di vicinato’ si identifica una particolare declinazione del tema più ampio della ‘forestazione urbana’. Se oggi la forestazione urbana è considerata uno strumento importante, sia per le necessarie azioni di cattura della CO2, che per la riduzione dei fenomeni, la tipologia del ‘bosco di vicinato’ viene considerata importante in contesti di dimensioni contenute e di prossimità con i sistemi residenziali o edilizi. Infatti, al contrario degli esperimenti di forestazione densa, i ‘boschi di vicinato’ con l’uso di densità di piantagione più diradate, oltre al miglioramento del microclima, favoriscono la creazione di radure e lo sviluppo dei prati, e garantiscono maggiore sicurezza degli utenti, estendendone così l’uso sociale e i processi di identificazione dei fruitori.

Per contro le alberature lineari e/o in gruppi geometrici sono significative come strumento di elemento di orientamento negli spazi e di ombreggiamento continuo per alcuni parti (es.: i parcheggi).

Nell’abaco delle specie arboree rientrano come prevalenti:

Pinus pinea, Melia azedarach (alberature parcheggi), Albizzia julibrissim (filare viale trasversale), Prunus avium, Ceratonia siliqua, Cercis siliquastrum, Fraxinus angustifolia (filare viale), Albizzia julibrissim (filare viale trasversale), Acer campestre (filare viale trasversale),  Schinus molle (filare viale trasversale), Celtis australis, Quercus ilex, Quercus suber, Quercus cerris, Ulmus minor, Quercus pubescens, Fraxinus ornus, Sophora japonica, ed altri

Sistema delle pavimentazioni 

L’abaco di pavimentazioni esterne proposte dal progetto fa riferimento alla tendenza, ormai sempre più condivisa, di utilizzare prevalentemente superfici ad elevato grado di permeabilità, per favorire il drenaggio delle acque meteoriche verso la falda. In particolare, sono state individuate le seguenti tipologie di pavimentazione:

  1. Pavimentazione in calcestre – è un materiale granulare derivante da roccia calcarea posata a strati con diversa granulometria, formano una superficie compatta particolarmente resistente e stabilizzante. Utilizzata nei percorsi pedonali – parco – giardini condominiali.
  2. Pavimentazione in terra stabilizzata – specifico composto bioedile, conforme alla Direttiva EE 89/106, costituito da una miscela terra e sali allo stato solido (silicati, fosfati, carbonati di sodio e potassio in polvere). Utilizzato per percorsi pedonali – parco – giardini condominiali.
  3. Pavimentazione in granuresina – composta da inerte naturale selezionato e resina poliuretanica monocomponente non ingiallente, con certificazione A+ sul livello di emissioni di composti organici volatili (COV). La colorazione chiara del materiale, unitamente all’elevata porosità della miscela, costituisce una minore fonte di assorbimento termico rispetto ai conglomerati bituminosi, garantendo così il mantenimento di temperature contenute delle superfici esposte al sole. Queste caratteristiche consentono un più rapido dissipamento della temperatura ed una mitigazione dell’effetto isola di calore. Utilizzata per percorsi pedonali – piazze – pista ciclabile 
  4. Pavimentazione in autobloccanti – masselli autobloccanti in calcestruzzo drenante realizzata con inerti naturali e caratterizzata da una miscela di calcestruzzo con una percentuale di vuoti di circa il 20%. Utilizzata per percorsi pedonali – piazze – parcheggi.
  5. Pavimentazione in gomma colata con assorbimento di impatto, conforme alla normativa europea EN 1177, permeabile e drenante. Utilizzata per le aree sportive.
  6. F. Pavimentazione in calcestruzzo drenante. Prevede l’utilizzo di una sola pezzatura, preferibilmente mono-granulare, per produrre una struttura aperta che permetta di controllare, al variare del diametro massimo, la conducibilità idraulica del manufatto. Utilizzata per i percorsi pedonali, le piazze ed eventualmente per i parcheggi.

Saranno inoltre privilegiate le pavimentazioni con finitura/colorazione chiara per ottenere un alto grado di riflettanza evitando in questo modo che il calore si accumuli riducendo il surriscaldamento delle superfici (isola di calore) e migliorando così il microclima urbano del sito.

concorso ex fiera di roma sgandurra

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